CITAZIONE
Ragazzo quanta unicità sprecata dietro ai piccolissimi che rendono tutti uguali i ragazzi. Ragazza quanta unicità sprecata dietro a immagini illusorie del così fan o son tutte le ragazze.
Negli
ultimi scampoli di estate, col sole che, ahimè, tramonta sempre prima, riemerge lo spettro dell'
inizio della scuola. Un inizio sempre un po' traumatico. Alzarsi
3 o 4 ore prima, rimanere concentrati attivi per 5 o 6 ore ad ascoltare cose che
probabilmente non serviranno (tutte frasi dette e ridette, insomma) è davvero traumatico. Diremo
addio alla pacchia, al restarsene sul divano in attesa di qualcosa, o semplicemente alla passiva quiescenza di questi 3 mesi. Ma non è questo che voglio dire. Poco tempo fa, la mia professoressa di matematica mi ha linkato un testo molto bello di un sito,
Prof 2.0, in cui un generico professore lancia
un monito ai giovani, alla nostra generazione, la cosiddetta "
generazione digitale" (o nativi, non siate pignoli per cortesia), una generazione che ha
perso di vista cosa sia l'unicità.
Siamo stati forgiati per anni, e lo continuiamo a essere tuttora, secondo uno stile di vita
omologato per tutti, e
accessibile alla maggioranza.
Sono ormai pochi gli esempi virtuosi, di coloro che spiccano per
originalità e per
azioni. Lontani sono i tempi per cui l'azione del singolo
fomentava il gruppo, ora è il gruppo che
assimila il singolo. Un gruppo non modesto, ma allargato a milioni,
centinaia di milioni di ragazzi del cosiddetto Occidente, o Primo Mondo se amate i vecchi termini. Il fulcro di tutto ciò lo era un tempo la
televisione, ma oggi il
centro nevralgico lo è
Internet. Social network, YouTube, e altri siti di spicco, influenzano
modi di pensare,
di vestirsi,
di comportarsi, della nuova generazione. La copertura "
worldwide" che ormai assumono i grandi YouTuber (
PewDiePie, per dire solo il "capo" di questa élite, che con i suoi
quasi 40 milioni di iscritti vanta numeri equiparabili a quelli di una nazione) può ora competere con quella di
grandi televisioni. In Italia il fenomeno è più ristretto, pensando al
nostrano FaviJ che a stento supera i
2 milioni, ma sono numeri che fanno riflettere. Quei 2 milioni di iscritti (da vedere poi
al ribasso, ma ne parlerò più avanti) condividono la passione e l'interesse per uno YouTuber, per il suo
stile, e usando il suo stile si impersonificano nel loro idolo e si sentono parte di una "famiglia".
Mi viene da pensare all'uso che viene fatto ormai della parola "
bug": mentre il "
bug" è un qualcosa
che non funziona come dovrebbe, ora assume molto più spesso un significato di "
troppo forte". E sempre più spesso, specie nei giovanissimi (parlo di 10-13 anni, la
fascia più debole), non si conosce nemmeno il vero significato della parola.
Il fenomeno però
non è racchiuso solo tra chi si è fatto notare grazie a YouTube. Su YouTube agisce ormai la
grande industria, soprattutto
dell'intrattenimento (musica e televisione), che, attraverso i propri video, lanciano
prepotentemente la loro idea e automaticamente i loro fan, che sono molti di più di quelli vantati dagli YouTuber, seguono questi modelli (che hanno lanciato tra l'altro fenomeni come lo
YOLO degli One Direction e il
Bangerz di Miley Cirus) e li imitano.
Lasciando gli esempi, nella frase quotata si nascone una verità ormai chiara a molti, se non a tutti:
noi giovani ci accontentiamo di essere uguali agli altri. Si ha paura di essere
diversi per il timore di non essere accettati, come purtroppo molto spesso accade. In quest'epoca di grandi cambiamenti (parte il momento moralista)
la diversità è vista come un
nemico, per cui si tende ad evitarlo. D'altronde il detto dice "
Lasci la strada vecchia per quella nuova, sai ciò che si perde ma non ciò che si trova".
Oggi mi piace terminare il discorso sul più bello (o non so come finire? LOL) e mi vado a vivere queste ultime ore a briglie sciolte.
Prima che mi renda conto che tutto questo sta finendo, già sarò tra i banchi di scuola.
Buona giornata.
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